Vie di fuga

di Giuseppe Sciancalepore

Chiesa della Morte (Molfetta)

20 dic. 11 gen. 2015

Curata dal Critico Dott. Giuseppe Tucci

Add. stampa la giornalista Paola Copertino.

Il Critico Dott. Giuseppe Tucci scrive: 

L’arte è una questione di sguardi, di saper offrire il proprio sguardo agli occhi degli altri. La capacità di Giuseppe Sciancalepore è di trasmettere, attraverso le sue opere, la molteplicità dei suoi sguardi interiori. L’artista compie un viaggio dentro se stesso e riesce a materializzarlo sulla tela,a renderlo tangibile e a trasmetterlo interamente attraverso luce e colore. Questi ultimi elementi sono, nelle opere dell’artista, assolutamente pregnanti, rappresentando la chiave per aprire il suo mondo  a chi li guarda, per renderlo partecipe, almeno per un istante,delle sue emozioni. Le immagini interiori si proiettano sulla tela in una dimensione atemporale, fatta di paesaggi incontaminati, che spaziano dai nodosi coralli degli imi fondali marini ai rami frondosi di una selva intricata. Nella quiete di questi luoghi, l’artista riflette e medita sulle sue esperienze, talvolta portando con sé dati tangibili del suo vissuto, trasponendoli audacemente in una realtà altra, incline ad aperture metafisiche.

È una realtà interiore caleidoscopica quella che emerge dalle tele, perché la ricerca di una via di fuga non può essere mai unica e lineare, ma altresì tortuosa e multipla. Una fuga che non si traduce in solipsismo, quanto nella condivisione di un anelito di armonia e gioia che si manifesta attraverso la natura nelle sue possibili declinazioni. Essa assume il ruolo di mater benigna, locus amoenus al quale si sente il bisogno di tornare per attenuare la frenesia del mondo reale.

La composizione, anche laddove le forme si fanno contorte,  è  pervasa da un luminismo che la rischiara. La luce, quando è nucleo pulsante dell’opera, costituisce forza attrattiva e calamitatrice, generatrice di vorticose ascendenze. E, quando la sua presenza non è pervasiva, essa si traduce in fascio materico vivificatore.

Le vie di fuga sono itinerari dell’anima verso emozioni pure, di passaggi rischiaratori, del tentativo di stemperare le tensioni altalenanti dell’animo umano alla ricerca di un armonico equilibrio.

Non si tratta però di un mero atto di diniego della complessità della realtà e della problematicità della stessa, quanto un tentativo di coniugare sogno e realtà tramite il medium costituito dalla tela.